Rendez-vous al Caffé Letterario

Tra tutti i luoghi in cui avrei potuto condurvi per questo primo appuntamento, ne ho scelto uno molto suggestivo, artisticamente e culturalmente parlando. Non aspettatevi un paesaggio sconfinato, un panorama mozzafiato o un percorso inedito. Il rendez-vous è al Caffè Letterario!

Questi locali hanno sempre suscitato in me un fascino profondo! Porti di approdo sicuro in cui rifugiarsi, in cui lasciarsi ispirare, in cui fermarsi semplicemente per osservare la vita, la storia, le bellezze, la fisionomia di un popolo e di una città: il caffè letterario è tutto questo, un contenitore, ed al tempo stesso una vetrina sul mondo, testimone di intere epoche, storia, arte e cultura di una città.
La storia insegna che quella dei Caffè fu una moda, un rito e infine un mito: in essi si incontravano personaggi eccentrici, talentuosi, esibizionisti, creativi, rivoluzionari. Nei caffè sedevano il giornalismo, l’arte, la legge, la politica…

La storia letteraria e artistica tra Ottocento e Novecento trova in questi locali la sede principale, il punto d’incontro e scambio di idee.
Seduta a questi tavolini tendo l’orecchio ed ascolto le voci e le storie del passato, di chi, sorseggiando un caffè o un cordiale si è trattenuto tra queste mura, scrivendo pagine di diario, lettere o brani letterari, o di chi attrezzato di cahiers e matite ha ritratto la vita ed il paesaggio che scorrono davanti alle vetrine. Credo che questi ambienti sappiano ancora emozionare e toccare la sensibilità di chi li sa ascoltare, leggere, osservare, cogliendone lo spirito del luogo. E’ qui che spesso sono nate ispirazioni ed idee… è da qui che vorrei raccontare storie, luoghi, tradizioni… da qui vorrei condurvi con uno sguardo nuovo attraverso luoghi apparentemente già noti, inforcando ogni volta occhiali diversi.
Dal canto mio, come Anna Brownell Jameson, ho scelto di abbandonarmi a ciò che mi circonda, di osservare con l’occhio del pittore e raccontare col sentimento del poeta.

Sono decisa a volgere le spalle a tutto quello che ingenera malinconia e disgusto degli altri, a tutto quello che è facile disprezzare, deridere, insultare, e invece abbandonare il cuore a tutto quello che mi circonda, che mi consente, indisturbata, di trarre diletto, ammirare, osservare, riflettere, ricordare con piacere, se non con profitto, e mi mette in grado di volgere lo sguardo a quegli scenari magnifici che mi circondano, non con le puntigliose domande di un redattore di guide, non con il calcolo torvo del politico, non con il ghigno egoistico di Smelfungus, ma con l’occhio del pittore e il sentimento del poeta.

Anna Brownell Jameson, Diary of an ennuyée, Londra, 1826

 

Giovanni Boldini, Conversazione al Caffè, 1877-1878

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